Quanto costa l’energia elettrica in Italia?
Il costo dell’energia elettrica in Italia è un tema caldo per famiglie e imprese: dopo i forti rincari del 2022 e del 2023, il prezzo dell’elettricità è finalmente sceso, ma resta comunque soggetto a continue oscillazioni. Capire quanto costa oggi l’energia elettrica e chi decide quanto costa un kilowattora è il primo passo per imparare a risparmiare.
Contenuti:
- Le bollette in Italia: costi fissi, costi potenza e costi a consumo
- I costi a consumo: quanto costa un kilowattora di energia elettrica?
- Il Mercato Libero e il PUN: come funziona
- Il prezzo ARERA e il Servizio a Tutele Graduali
- Il costo dell’energia elettrica oggi: l’evoluzione del PUN negli ultimi mesi
- Perché il prezzo dell’elettricità sale insieme a quello del gas?
- Il dibattito sul “decoupling”: slegare il prezzo del gas da quello dell’elettricità
- Prezzo massimo raggiunto dall’energia elettrica in Italia
- Come svincolarsi da queste fluttuazioni?
Le bollette in Italia: costi fissi, costi potenza e costi a consumo
La bolletta dell’energia elettrica è composta da varie voci: alcune cambiano in base ai consumi, altre restano uguali ogni mese. In generale possiamo distinguere tre principali tipologie di costi:
- Costi fissi, che si pagano indipendentemente dai propri consumi. Comprendono la quota di commercializzazione dell’energia, le spese di trasporto e gli oneri di sistema.
- Tra i costi fissi, ci sono anche quelli relativi alla potenza impegnata del contatore. La maggior parte delle famiglie ha un contatore da 3 kW: più potente è il contatore, maggiori saranno le spese relative alla sua gestione.
- Costi a consumo, che variano in base all’energia effettivamente utilizzata.
Questo significa che, anche senza consumare energia, una parte della bolletta resta sempre invariata. Per questo, per esempio, le bollette delle case estive non sono mai pari a zero, anche durante l’inverno.
Naturalmente, più bassi sono i nostri consumi, più i costi fissi pesano sul totale. Al contrario, chi consuma di più tende ad avere un costo medio per kWh più basso. In generale, in una famiglia media, i costi variabili rappresentano circa l’80% del totale, mentre i costi fissi circa il 20%.

I costi a consumo: quanto costa un kilowattora di energia elettrica?
Il costo di un kilowattora di energia elettrica (kWh) è la voce più variabile della bolletta, perché dipende dal tipo di contratto e dal mercato in cui si è inseriti.
In Italia esistono due principali regimi di fornitura:
- il mercato libero, dove i fornitori stabiliscono liberamente i prezzi e le condizioni contrattuali sulla base del PUN;
- il servizio a tutele graduali, gestito da ARERA.
Il Mercato Libero e il PUN: come funziona
Il mercato libero dell’energia elettrica è operativo in Italia dal 2007 e consente a ogni utente di scegliere liberamente il proprio fornitore e l’offerta che desidera sottoscrivere. Le offerte possono essere:
- a prezzo fisso: il fornitore stabilisce una tariffa fissa, stabile per 12 mesi o più, che il cliente paga a prescindere dal prezzo reale dell’energia in quel determinato momento;
- a prezzo indicizzato: seguono l’andamento del PUN (Prezzo Unico Nazionale), che rappresenta il prezzo medio dell’energia scambiata giornalmente sulla borsa elettrica italiana e varia continuamente in base a domanda e offerta.
Le tariffe indicizzate risultano più convenienti nei periodi in cui il prezzo dell’energia scende (in caso in cui la domanda sia bassa), ma ti espongono a notevoli oscillazioni quando i prezzi all’ingrosso salgono. D’altro canto, le offerte a prezzo fisso ti fanno pagare sempre la stessa somma, sia quando il prezzo dell’energia all’ingrosso è molto più basso sia quando è notevolmente più alto (come in caso di crisi geopolitiche).
Una tabella riassuntiva dei valori del PUN nel 2025

Visto che con il mercato libero ogni fornitore decide autonomamente quanto far pagare ai propri clienti, è difficile indicare quanto costa un kilowattora di energia elettrica con certezza. In media, possiamo comunque dirti che sul mercato libero il prezzo dell’energia per kWh è compreso tra i 20 e i 40 centesimi di euro.
Il prezzo ARERA e il Servizio a Tutele Graduali
Non tutti aderiscono al mercato libero: esistono anche persone considerate vulnerabili che hanno diritto al Servizio a Tutele Graduali, garantito dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) fino al 2027. Usufruiscono di questa particolare tariffa gli over 75, le persone con disabilità o coloro che si trovano in situazioni economiche difficili. In questo caso, il costo dell’energia viene aggiornato trimestralmente a livello centrale e il fornitore deve applicarlo senza alcuna variazione.
Per chi aderisce al Servizio a Tutele Graduali, per esempio, a ottobre 2025 il prezzo per la materia energia (€/kWh) è stato di 14 centesimi di euro.
Il costo dell’energia elettrica oggi: l’evoluzione del PUN negli ultimi mesi
Negli ultimi 18 mesi, il PUN è oscillato tra i 0,09 e i 0,15 €/kWh. Tuttavia, anche piccoli aumenti del PUN possono causare l’aumento delle bollette, specialmente per chi ha un contratto a tariffe indicizzate.
L’andamento del PUN è un ottimo modo per capire se conviene avere una tariffa variabile o passare a una fissa:
- quando il PUN scende sotto 0,10 €/kWh, le tariffe indicizzate sono generalmente più convenienti;
- quando supera 0,13–0,14 €/kWh, le offerte a prezzo fisso tornano a essere più interessanti.
Perché il prezzo dell’elettricità sale insieme a quello del gas?
A influenzare il costo dell’energia elettrica c’è anche quello del gas. Ti sarai sicuramente chiesto perché siano così interconnessi: il motivo è legato al modo in cui funzionano le borse dell’energia.
Su queste piattaforme, produttori, trader e società di vendita si incontrano per acquistare e vendere energia all’ingrosso, in tempo reale o con contratti a termine. Qui il prezzo finale dell’elettricità si forma in base all’incontro tra domanda e offerta, proprio come accade per altre materie prime. Il punto chiave è che il prezzo dell’elettricità non è la media di tutte le offerte, ma viene determinato dal costo dell’ultima tecnologia necessaria per coprire la domanda in una certa ora del giorno. Questo metodo si chiama “prezzo marginale”.

In pratica:
- ogni giorno i produttori offrono energia a un certo prezzo, in base ai loro costi di produzione;
- si parte dalle fonti più economiche (solare, eolico, idroelettrico) e si sale progressivamente fino a coprire la richiesta totale;
- spesso, per soddisfare la domanda nelle ore di punta, serve attivare anche centrali termoelettriche a gas, che hanno costi più elevati;
- il prezzo finale dell’energia per tutti i produttori viene quindi fissato su quello del gas, perché è l’offerta “più cara” necessaria per bilanciare il sistema.
È per questo che, quando il prezzo del gas sale, anche il costo dell’elettricità all’ingrosso aumenta. In Italia l’effetto è particolarmente evidente: circa il 40% della nostra produzione elettrica proviene ancora da centrali alimentate a gas, che quindi entrano in gioco quasi sempre.
Il dibattito sul “decoupling”: slegare il prezzo del gas da quello dell’elettricità
Proprio per ridurre questa dipendenza, negli ultimi anni si parla molto di “decoupling” (in italiano disaccoppiamento). L’idea è quella di separare i prezzi dell’elettricità in base alla fonte di produzione, così che l’energia rinnovabile, che è più economica, non venga più pagata al prezzo del gas.
Oggi, ad esempio, produrre elettricità con il fotovoltaico o l’eolico costa circa 50 €/MWh, mentre la generazione a gas può superare i 130 €/MWh. Tuttavia, a causa del sistema del prezzo marginale, entrambe vengono pagate allo stesso prezzo più alto. Il decoupling permetterebbe di premiare la produzione da fonti rinnovabili, riducendo i costi finali per famiglie e imprese.
Tuttavia, introdurre questo sistema non è semplice: tutte le borse europee seguono lo stesso algoritmo di calcolo, e cambiare le regole significherebbe rivedere l’intero mercato elettrico europeo. In attesa di un sistema più equo, il modo più efficace per essere meno soggetti a questo legame tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità è produrre energia in autonomia.
Prezzo massimo raggiunto dall’energia elettrica in Italia
Se ti stai chiedendo fino a quanto possa arrivare il prezzo dell’energia elettrica, sappi che il massimo, ad oggi, è stato raggiunto durante la crisi energetica del 2022. In quel periodo, il prezzo massimo dell’energia elettrica in Italia ha toccato livelli storici: oltre 815 €/MWh a settembre 2022, pari a 0,815 €/kWh. Oggi i valori sono nuovamente molto più bassi, ma le fluttuazioni restano una costante del mercato.

Il trend mostra un netto rallentamento dei costi, ma anche quanto la nostra dipendenza dai combustibili fossili renda il prezzo della luce vulnerabile a fattori esterni.
Come svincolarsi da queste fluttuazioni?
La verità è semplice: non possiamo controllare il prezzo dell’energia, ma possiamo ridurre i nostri consumi energetici e diminuire la nostra dipendenza dalla rete. Installare un impianto fotovoltaico, ad oggi, è la soluzione più efficace per abbattere i costi dell’energia elettrica e proteggersi dalle oscillazioni di mercato.
Un impianto fotovoltaico può coprire fino al 50% dei consumi annuali di una famiglia media. Se viene integrato un sistema di accumulo, si può arrivare a una percentuale di autoconsumo anche dell’80%.